Negli Oceani del nostro Pianeta le barriere coralline sono comparse ben prima dei dinosauri. La formazione della prima autentica sclerattinia, tuttavia, risale ad un periodo successivo alla scomparsa dei giganteschi rettili preistorici: circa 230 milioni di anni fa, in pieno periodo Triassico.
La maggior parte delle specie di coralli oggi conosciute si è formata durante il periodo Giurassico, cioé tra i 210 ed i 140 milioni di anni fa, probabilmente partendo dalla zona Caraibica, dove ancora oggi si contano i fossili di corallo più antichi.
Le barriere coralline dell’ecosistema reef, nel corso di milioni di anni, più volte hanno rischiato l’estinzione. I reefs che oggigiorno vengono ritenuti i più antichi non hanno più di 10 mila anni, ciò perché l’ultima era glaciale ha avuto un enorme impatto sul livello degli oceani. Sul Pianeta l’altezza dei mari ha cominciato a stabilizzarsi circa 6.000 anni or sono.
Durante tutti questi millenni, le barriere coralline dell’ecosistema reef hanno dato vita alle più bizzare, colorate e complesse forme di vita del Pianeta. Basta una maschera da sub per guardare sott’acqua e scoprire un universo sconosciuto. Un piccolo tratto di barriera ospita centinaia di migliaia di specie animali: tutte insieme danno vita al più complicato e affascinante ecosistema presente sulla Terra.
Ecosistema reef – le specie
Nell’ecosistema reef esistono silenziose battaglie bio-chimiche, tra animali che sembrano statici e inermi, ma che invece sono capaci di “bruciare”, intossicare e infine soverchiare anche fisicamente alcuni “vicini” di reef non altrettanto forti.
Esiste un ciclo naturale che permette ai coralli di non crescere mai in maniera eccessiva, perché grazie all’azione incessante di pesci predatori (come i pesci pappagallo e i pesci balestra) ogni giorno tonnellate di reef vengono divorate, tritate e trasformate in sabbia corallina. Dalle colonie danneggiate nascono nuovi rami e tutto riprende daccapo.
La sabbia corallina, nell’ecosistema reef, diventerà dimora di colonie batteriche, attive nella trasformazione delle sostanze nutritive disciolte nell’acqua con il processo chiamato “nitrificazione”, cioè la trasformazione dell’Ammoniaca (il prodotto di scarto della digestione di pesci e coralli) in Nitriti e successivamente in Nitrati, questi ultimi, riassorbiti come nutrimento dalle alghe e dagli invertebrati stessi.
Lo sviluppo dell’ecosistema reef è legato a molteplici fattori, primo tra i quali la luce solare, intensissima ai tropici. La luce è essenziale per molti invertebrati ermatipici: si tratta di specie nei cui tessuti vivono alghe simbionti dette “zooxantellae”. La luce, dunque, grazie alle zooxantelle fornisce l’energia indispensabile al processo di fotosintesi, dal quale l’invertebrato trae buona parte dell’energia necessaria alla crescita e alla riproduzione.
Il resto dell’energia proviene dal nutrimento eterotrofo, ossia dalla cattura di prede libere in acqua, come ad esempio il Plancton. Coralli come Acropora, Montipora, Seriatopora, Stilopora ed altri Sps (sclerattinie a polipo piccolo) sono da considerarsi tra i più grandi predatori del Pianeta per la formidabile efficacia con cui catturano il cibo grazie alle migliaia di minuscoli polipi provvisti di nematocisti urticanti ed adesivi che ricoprono la superficie del loro scheletro calcareo.
Molto meno bravi a cacciare, e quindi più dipendenti dalla luce e dalle sostanze disciolte in acqua, sono invece gli Lps, sclerattinie a polipo grande (Trachiphyllie, Fungie, Plerogyre, Favites ecc) e gli Octocoralli o coralli molli, ermatipici.
Esistono comunque molti invertebrati anermatipici nell’ecosistema reef, ossia non in possesso di alghe simbionti, quindi del tutto indipendenti dalla luce ma completamente dipendenti dal nutrimento eterotrofo. Quest’ultimo in natura, non esiste solo come Plancton vegetale (fitoplancton) o animale (zooplancton), ma anche come “neve-oceanica” cioé “sea snow”: un misto di sedimento, larve, batteri in sospensione portato dalle correnti.
Ecosistema reef – il futuro
Negli ultimi 50 anni l’ecosistema corallino (ecosistema reef), complesso ed antico, è stato messo in pericolo da numerose attività umane. Oggi oltre il 30 per cento dei reef è scomparso e un’alta percentuale ogni anno segue la stessa sorte.
Tra le cause del disastro vanno ricordati l’effetto serra, gli idrocarburi, i fertilizzanti, la pesca intensiva ed abusiva con dinamite, con il cianuro, con la corrente elettrica.
Il futuro dell’ecosistema reef è in parte legato al mondo dell’acquariofilia marina. Grazie alla diffusione ed allo sviluppo di un mercato più attento alla salvaguadia delle risorse naturali, l’acquariofilia sta incentivando la nascita di centri di riproduzione per specie marine tropicali in tutto il mondo.
Ciò ha molteplici effetti positivi: riduce nettamente l’impatto sui reef del prelievo in natura di pesci e invertebrati destinati agli acquari; contribuisce al ripopolamento e alla salvaguardia dei mari; infine offre al mercato specializzato animali già abituati alla vita in cattività, quindi più sani e robusti.