In un acquario marino di barriera viene riprodotto in miniatura uno degli ambienti naturali più complessi esistenti sul Pianeta: il reef. Certo, l’obbiettivo può sembrare ambizioso ma, grazie alla tecnologia e al bagaglio di esperienze accumulato negli ultimi decenni da ricercatori e semplici appassionati di tutto il mondo, oggi questa non è più una sfida impossibile.
Allestire un acquario di barriera (ecosistema acquario) significa ricreare in un ambiente artificiale e chiuso il complesso sistema di scambi biologici e chimici sul quale si intreccia e si sviluppa la vita di migliaia di organismi nelle barriere coralline.
In acquario, dove sarà possibile, cercheremo di ricostriure questo ecosistema utilizzando risorse naturali. Dove ciò non sarà possibile dovremo per forza ricorrere a mezzi artificiali.
Un esempio? Se per il filtraggio possiamo affidarci, almeno in parte, a del materiale naturale prelevato in mare (le rocce vive), è chiaro che per l’illuminazione, il riscaldamento o il movimento dell’acqua, dovremo ricorrere a quanto ci offre oggi la tecnologia.
Ecosistema acquario – i mattoni
Vediamo in sintesi quali sono i “mattoni” con i quali la natura edifica una barriera corallina e vediamo poi come riprodurli in acquario.
- L’ambiente subacqueo con rocce, anfratti e sabbia corallina;
- Un enorme volume d’acqua salata con condizioni chimico/fisiche stabilissime;
- Un numero elevatissimo di specie animali (pesci e invertebrati);
- Un certo numero di specie vegetali.
Qui apriamo una parentesi e osserviamo subito che quanto più alto è il numero di specie presenti (cioé tanto maggiore è la biodiversità) tanto più l’ecosistema acquario sarà ricco e stabile. Ciò vale in mare come in acquario.
Torniamo ora alla barriera corallina. Oltre ai quattro elementi elencati che costituiscono i “mattoni” dell’ecosistema, dobbiamo ora indicare altri fattori che permettono all’ecosistema di “girare”.
Partiamo dalle fonti di energia: la principale fonte esterna di energia è la luce solare. Direttamente legata alla luce del sole c’è la temperatura dell’acqua. Un’altra fonte di energia (questa volta non esterna ma interna allo stesso ecosistema) è costituita dal cibo di cui in natura si nutrono animali e vegetali in un ciclo continuo e interdipendente. Infine un altro elemento vitale è costituito dal movimento dell’acqua inteso come moto ondoso e come flusso (e riflusso) delle maree.
Ecosistema acquario – utilizzare materiale naturale
Ecco, noi dobbiamo ricostruire questo complesso ecosistema acquario utilizzando fin dove è possibile “materiale” naturale.
1) L’ambiente. Sarà costituito dalla vasca di vetro arredata sapientemente con sabbia corallina e rocce vive prelevate in mare.
Queste ultime, grazie alla miriade di microorganismi che le popolano, costituiscono il “bio-mattone” di base sul quale edificare un acquario equilibrato. In mare le rocce vive lavorano come un filtro biologico di grandissima efficacia. Lo stesso succede in acquario. Alle rocce vive andrà naturalmente affiancato anche un filtro “tecnologico”: di solito uno schiumatoio a pompa che estrae dall’acqua i residui organici prima che s’inneschi il processo di decomposizione. Più il nostro ambiente (cioé la vasca) sarà grande, più il sistema sarà stabile.
2) L’acqua. Scartiamo subito l’ipotesi di procurarcela in mare: l’operazione è difficoltosa e in linea di massima ci porterà ad avere un’acqua di qualità piuttosto scadente. Meglio acquistare in negozio le apposite miscele di sali e discioglierli in acqua d’osmosi. Nell’acqua marina andranno poi integrati quegli oligoelementi che nel tempo verranno consumati nei processi biologici. In un acquario di barriera è di fondamentale importanza l’integrazione del Calcio. Viene utilizzato da coralli e tridacne e deve essere mantenuto su livelli elevati attraverso un reattore di Calcio oppure attraverso l’uso sistematico di Kalkwasser. L’acqua della barriera corallina è estremamente povera di nutrienti. Di questo dovremo tenere conto nel nostro acquario. Dovremo sempre evitare carichi di Nitrati e Fosfati dovuti ad un errato sistema di filtraggio oppure ad un’introduzione eccessiva di cibo o, infine, ad una sovrappopolazione della vasca. Poco sopra, abbiamo ricordato che in mare temperatura e densità dell’acqua sono sempre molto stabili. Per la temperatura si veda più avanti, quanto al mantenimento di una corretta salinità una buona soluzione è installare un sistema di rabbocco automatico dell’acqua evaporata utilizzando acqua d’osmosi.
La qualità dell’acqua andrà tenuta sotto controllo attraverso i test chimici in vendita nei negozi oppure attraverso i controller elettronici, costosi ma di grande utilità.
3) Pesci e invertebrati. In acquario come in mare, il segreto del successo è la biodiversità. Attenzione solo a due aspetti: non sovrappopolare la vasca e scegliere specie tra loro compatibili. L’ideale è popolare la vasca scegliendo un preciso biotopo, per esempio la laguna corallina, e inserendo solo pesci e invertebrati tipici di quell’ambiente.
4) Alghe. Rivestono un ruolo importante nell’ecosistema acquario grazie al processo di fotosintesi e grazie alla capacità di “divorare” sostanze nutrienti inquinanti. Purtroppo di solito in una vasca dove si allevano pesci alghivori (pesci chirurgo o pesci angelo nani) è praticamente impossibile tenere alghe superiori. Quanto invece alle alghe calcaree incrostanti (rosa o rosse), si sviluppano autonomamente e sono segno di una eccellente qualità dell’acqua.
Abbiamo poi parlato di luce, temperatura, cibo e movimento dell’acqua. In questo caso, ovviamente, non abbiamo alternative: dobbiamo affidarci alla tecnologia.
L’illuminazione verrà garantita da un moderno impianto luci basato su lampade HQI, su tubi al neon oppure su una combinazione dei due. Un timer potrà comandare l’accensione e lo spegnimento dell’impianto. Il ruolo delle luci è fondamentale per una vasca di barriera. Come spiegato nella pagina dedicata all’ecosistema barriera corallina, un ruolo fondamentale nella vita dei coralli è rivestito dalle zooxantelle, le micro alghe simbionti che vivono nei tessuti. Senza un’illuminazione di qualità e di quantità adeguata, le zooxantelle non sono in grado di fornire al corallo risorse sufficienti a sopravvivere.
Quanto alla temperatura non si pensi solo al riscaldamento: d’inverno un paio di riscaldatori di adeguata potenza riescono a mantenere la temperatura in vasca intorno ai 25° senza grossi problemi. Il dramma, tuttavia, si presenta d’estate. In un acquario di barriera l’acqua non dovrebbe avere una temperatura superiore ai 28-30° per periodi lunghi, pena il rischio di perdere gran parte degli invertebrati. Molto spesso d’estate non basta spegnere i riscaldatori ma occorre acquistare un refrigeratore. Esistono apparecchi integrati che d’inverno riscaldano l’acqua e d’estate la raffreddano.
Quanto al cibo, se in natura pesci e invertebrati non hanno difficoltà a trovare di che sfamarsi, in vasca dovremo essere noi a fornire il cibo. In una vasca con una buona biodiversità, non sarà necessario nutrire una ad una tutte le specie di invertebrati: in linea di massima troveranno sostentamento da sole grazie alle sostanze disciolte nell’acqua, residuo di processi biologici, oppure grazie agli “avanzi” degli altri ospiti della vasca. In commercio esistono comunque prodotti per l’alimentazione degli invertebrati. Occorre però fare molta attenzione a non esagerare con i dosaggi, pena un inutile e dannoso carico di sostanze organiche nell’acqua.
Infine il movimento dell’acqua. E’ importantissimo in mare. Lo è anche nell’ecosistema acquario: ne hanno bisogno soprattutto gli invertebrati per ossigenare i tessuti e tenerli puliti dai sedimenti. In un’acqua stagnante gli invertebrati rischiano letteralmente di soffocare. Un vigoroso movimento dell’acqua è importante anche per favorire gli scambi gassosi tra aria ed acqua. Per tutte queste ragioni, alla pompa principale che aziona il filtro, quasi sempre è necessario affiancare un set di pompe di elevata potenza destinate a ottenere un forte movimento dell’acqua. L’ideale è alternare la direzione in modo da simulare il flusso e il riflusso delle maree. A questo scopo in commercio esistono speciali controller elettronici da applicare alle pompe.
Infine un acquario di barriera esige un ultimo fattore: il tempo. Regola d’oro è mai avere fretta. Realizzare un ecosistema complesso ed equilibrato può richiedere anche un anno. La vasca deve essere lasciata maturare per almeno tre mesi prima di poter introdurre i primi invertebrati. Nei mesi successivi va popolata sempre in modo graduale e tenendo sotto controllo i valori dell’acqua.
Se si comprendono quali sono i meccanismi biologici che stanno alla base di questo complesso ecosistema acquario, se si riesce ad allestire una vasca semplice e il più possibile vicina al modello naturale e se, infine, non si avrà fretta, non sarà difficile poter ammirare in salotto un acquario di barriera esemplare.