Nei negozi di acquariofilia è piuttosto frequente vedere pesci marini con occhi gonfi e sporgenti colpiti da esoftalmia. Di solito, a qualche domanda sulla malattia dell’occhio, i negozianti si limitano a liquidarti con un perentorio “non si può curare”.
Ecco, invece, la mia esperienza.
Tempo fa nella mia vasca, uno Zebrasoma flavescens, con il suo “bisturi” posto all’attaccatura della coda, ha colpito un Zanclus causandogli una ferita molto profonda all’occhio.
Dopo due ore l’occhio era diventato molto gonfio e sporgente ed il pesce era in uno stato di grande sofferenza. Non potevo rassegnarmi a perdere un pesce senza tentare qualcosa. Cercando tra i libri e su Internet ho trovato un paio di medicinali che avrebbero potuto funzionare.
Per esperienza posso assicurare che parecchi medicinali d’uso umano sono perfettamente applicabili in acquariofilia. Il problema principale consiste nel trovare il dosaggio appropriato per la taglia del pesce che si deve curare, cosa non semplicissima, dato l’esiguo peso dei pesci, ma non per quest’impossibile.
E’ frustante costatare che, in Italia, non c’è l’ombra di un ittiopatologo che si dedichi in modo costante alle malattie dei pesci marini. Ciò, forse, è dovuto all’esiguo volume d’affari che muove il settore. Per questo sono stato costretto a procedere da solo. Ma seppur privo di nozioni di ittiopatologia, sono riuscito a sviluppare tecniche che in molti casi hanno funzionato, permettendo a pesci ammalati di guarire in modo definitivo.
Esoftalmia – descrizione e diagnosi
Il sintomo evidente di un’Esoftalmia in corso è costituito dalla protrusione di uno o dei due occhi fuori dalle orbite. Da quanto ho potuto osservare, l’Esoftalmia è provocata da contusioni, da infezioni interne o da tutte quelle patologie che come conseguenza causano una produzione di gas e liquidi nella parte retrostante l’occhio.
Per contusioni intendo colpi ricevuti sbattendo contro qualche oggetto, scontri con altri pesci o “incidenti” casuali.
Nel caso che l’Esoftalmia non sia provocata da infezioni interne è sufficiente curare la malattia specifica. Negli altri casi, invece, dobbiamo prima debellare l’infezione che la provoca e quindi, se necessario, curare l’Esoftalmia.
Per quanto riguarda l’Esoftalmia dovuta ad infezioni interne, è difficile raggiungere buoni risultati: diagnosticare il tipo d’infezione interna è impossibile senza effettuare degli esami al microscopio. Dobbiamo poi essere in grado di distinguere i vari ceppi di batteri ma ciò è difficilissimo – se non impossibile – per la gran parte degli acquariofili.
Le mie esperienze mi permettono di trattare con sufficiente completezza d’informazione solo il tipo più semplice d’Esoftalmia, in altre parole quello non provocato da infezioni interne.
In moltissimi casi il batterio che infetta l’occhio prende il nome d’Aeromonas punctata. Dobbiamo ritenerci fortunati: questo tipo di batterio può essere debellato con i medicinali che vi proporrò in seguito.
Quando vedete un pesce con un occhio gonfio non pensate subito agli antibiotici: ho visto decine e decine di pesci guarire da soli. Lasciate trascorrere un paio di giorni e verificate il decorso: se l’occhio è sensibilmente peggiorato allora intervenite.
Esoftalmia – i medicinali da usare
Esoftalmia provocata da infezioni batteriche interne
L’uso di un antibiotico, a largo spettro d’azione come il Bactrim, produce un discreto risultato. Per un pesce di 8 cm., dosare una goccia di Bactrim sciroppo 400/80 mg. su un po’ d’Artemia salina liofilizzata e somministrare. Nel caso il pesce non mangi usare il metodo orale descritto più avanti. Ripetere il trattamento per tre giorni.
Esoftalmia provocata da infezioni di vermi interni
Ho osservato su alcuni pesci, la presenza di piccoli “fili” che uscivano dal corpo. I parassiti crescevano fino alla lunghezza di 3/4 millimetri, poi cadevano e in seguito ricominciava il ciclo.
Una cura con un vermifugo come il Vermox, ha risolto il problema e l’Esoftalmia è regredita.
Due gocce, messe nel cibo o per via orale sono sufficienti ad un pesce di 8 cm. La somministrazione deve essere prolungata per tre giorni come specificato dalle istruzioni del medicinale
I due prodotti citati, ad uso umano, sono reperibili in farmacia.
Esoftalmia provocata da infezione di vermi esterni
Specialmente nei primi tempi dopo l’importazione, i pesci marini soffrono di vermi che colpiscono gli occhi e il resto del corpo. Attraverso un’accurata osservazione dell’animale si può facilmente diagnosticare questa malattia, che se non curata, può provocare l’Esoftalmia.
La soluzione per fortuna è semplice e consiste nel porre il pesce in un contenitore riempito d’acqua dolce alla temperatura della vasca. Vi deve essere lasciato per cinque minuti.
Noterete che i vermi si sono staccati dal corpo del pesce e sono rimasti in gran numero nel contenitore. Ripetere il trattamento se i vermi ricompaiono.
Nei tre tipi d’infezione esposti, una volta debellata la malattia, sottopongo la specie colpita ad un trattamento aggiuntivo d’Aureomicina della durata di quattro giorni.
Esoftalmia provocata da contusioni o incidenti
L’antibiotico che si è rivelato più efficace dalle mie esperienze è l’Aureomicina. Quest’antibiotico agisce in tempi brevi ed è ben tollerato dai pesci.
Il trattamento va prolungato per cinque/sei giorni. Se non produce risultati, non insistete, per non danneggiare irreparabilmente il pesce.
E’ un medicinale usato sull’uomo da molto tempo e si trova in tutte le farmacie, anche se a volte è necessario ordinarlo.
Esoftalmia – dove e come curare
L’uso di liquidi o pomate da porre sopra gli occhi dei pesci non produce buoni risultati. Non possiamo lasciare un pesce fuori dall’acqua per molto tempo e quindi questi medicinali non sono assorbiti in modo sufficiente per diventare efficaci.
La somministrazione in vasca degli antibiotici è sconsigliata perché in acqua marina la composizione diventa instabile e perde efficacia. Altro fattore da non sottovalutare è la quantità elevata d’antibiotico che dobbiamo immettere in vasca per ottenere un dosaggio sufficiente.
I pesci ammalati non devono vivere in acqua inquinata, ma nelle migliori condizioni possibili, per dar modo al loro fisico di abilitare le difese immunitarie che in molti casi sono sufficienti da sole a combattere l’infezione.
La somministrazione per via orale, invece, garantisce con un dosaggio mirato una cura efficace.
Vi starete chiedendo: come fare a somministrare per via orale un medicinale ad un pesce?
Esoftalmia – il metodo-orale
La prima volta potrà sembrarvi un’impresa, ma vi assicuro che non è così. Col tempo imparerete come invece sia semplice e non pericoloso per l’incolumità del pesce.
Abbiamo bisogno di una “pipetta” con punta sottilissima, usata dai dentisti per cure canalari, un recipiente di plastica e una vasca di quarantena.
La vasca di quarantena si rende necessaria sia per evitare eventuali contagi, sia per facilitare la cattura quotidiana del pesce.
I pesci colpiti da Esoftalmia, ma anche da altre patologie simili, non devono essere tolti dall’acqua per mezzo dei retini: cercando di liberarsi finirebbero per provocare ulteriori danni agli occhi. I retini sono utili per indirizzare il pesce verso un angolo della vasca dove bloccarlo.
Consiglio di utilizzare guanti monouso come prevenzione, per evitare possibili infezioni, anche se bisogna dire che nel caso dell’Esoftalmia questa è una ipotesi difficile.
Poi useremo il contenitore per prelevarlo e portarlo in superficie. Con la mano impugniamo il pesce in posizione verticale e stringiamo il giusto perché non possa liberarsi. Solleviamo la parte anteriore del pesce e portiamo la bocca fuori dall’acqua. Lasciamo il pesce respirare per cinque secondi in questa posizione per dargli modo di espellere l’acqua presente in bocca. A questo punto infiliamo la parte sottile della pipetta in bocca e somministriamo il medicinale. Controlliamo che non lo sputi e se ciò avviene ripetiamo il procedimento.
La prima volta il pesce sarà nervosissimo, ma poi si abituerà e alla fine della cura non si muoverà nemmeno.
Questo metodo deve essere impiegato per pesci di grandezza superiore ai tre centimetri. Pesci di taglia più piccola non devono essere trattati per via orale per non provocargli ferite alla gola.
Naturalmente, se il pesce accetta ancora il cibo, possiamo inzuppare un po’ d’Artemia salina liofilizzata e somministrargliela, anche se io consiglio in ogni caso la somministrazione per via orale diretta.
Nella sezione video di Zanclus.it potete vedere un breve filmato
Esoftalmia – il dosaggio
L’aureomicina è venduta in capsule. Apritene una e versate la polvere su una salvietta. Con un coltello prelevatene una puntina e scioglietela in quattro/cinque gocce d’acqua d’osmosi e una goccia di vitamina. Caricate la pipetta con questa soluzione e somministrate.
Eventuali malesseri, scariche di feci ed altri sintomi sono segnali di una dose troppo elevata d’antibiotico o comunque di una dose non adatta all’esemplare.
Come gli umani, anche i pesci non tollerano i medicinali allo stesso modo, e una dose che per un esemplare è adeguata per un altro è troppo elevata.
La dose consigliata è sufficiente per un pesce della lunghezza di 7/10cm. Se avete dubbi sulla quantità usatene mezza dose e verificate che il pesce la sopporti bene.
In tutte le cure effettuate su decine di pesci questa dose non ha mai portato alla morte nessuno di loro. Ho riscontrato, come dicevo, alcuni effetti collaterali che sono gli stessi notati sull’uomo e segnalati sul foglio d’istruzioni che accompagna il medicinale. In questo caso ho dimezzato la dose.
Esoftalmia – il decorso
Dopo due/tre giorni di somministrazione l’occhio colpito non peggiora più. E’ possibile che nel frattempo sia divenuto molto gonfio e pieno di liquido. Ho visto degli occhi talmente gonfi da sembrare sul punto di esplodere, poi, una volta che l’antibiotico ha cominciato la sua azione, si sono progressivamente sgonfiati. Gli occhi così deformati non torneranno più come prima, ma questa malformazione non influirà sulla vista del pesce che avrà una vita normale.
Nei successivi quattro/cinque giorni il pesce migliorerà e una volta ristabilitosi potrà tornare nella propria vasca.
Può capitare, in casi non frequenti, che l’occhio venga perso. Pure in questo caso ci sono buone possibilità che il pesce viva, nonostante l’handicap evidente.
Esoftalmia – le considerazioni
Naturalmente queste informazioni devono essere interpretate come esperienza personale da parte di una persona che non è ne biologo ne diplomato in medicina. Ho voluto solo mettervi a conoscenza del metodo che uso da molti anni con successo. L’uso controllato dei medicinali citati, non ha mai provocato decessi, ed anzi parecchie volte ha portato i pesci ammalati alla guarigione.
Ho cercato di documentare al meglio tutti i passaggi del metodo usato con foto e video. Resto a disposizione di coloro che desiderano chiarimenti ulteriori.
Sta a voi decidere se provare a curare i pesci, lasciarli al loro destino, o utilizzare i pochi medicinali disponibili nei negozi specializzati.
Chi scrive non si assume alcuna responsabilità per eventuali conseguenze a pesci o persone dovute all’uso dei medicinali indicati.
Posso affermare che l’Esoftalmia è una patologia curabile in moltissimi casi. Raccomando d’iniziare con una dose leggera e in seguito, vista la tollerabilità del medicinale, di aumentare la dose fino a giungere a quella consigliata.
Questo vale per ogni medicinale usato sui pesci marini.
Come accennato, se l’Esoftalmia non regredisce con l’Aureomicina, vi trovate di fronte ad una forma d’infezione interna spesso causata da batteri del tipo Ichthyophonus. Queste infezioni sono pericolosissime e non danno molte possibilità all’acquariofilo di intervenire.
Esoftalmia – le immagini
I vari stadi della malattia.
A sinistra il pesce appena arrivato nella mia vasca di cura. Tutti e due gli occhi sono ammalati.
Al centro dopo cinque giorni di trattamento. L’Esoftalmia è fermata.
A destra la guarigione completa. Il taglio con relative escrescenze vicino alla bocca è un’altra patologia che P. maculosus aveva in atto, per la quale sono stati necessari tre mesi di cure.
La qualità delle foto non è delle migliori: sono fermi immagine di una videocamera. Ho ritenuto, in ogni modo, di utilizzarli per la documentazione.